PERSEGUITARE GLI SCONFITTI, ANCORA OGGI: L’ANATEMA SU BERGOGLIO E SUGLI GNOSTICI

L’infierire sui sommersi dimostra una ferocia tipica dei totalitarismi: solo un pensiero delirante e tirannico può scagliarsi contro avversari perseguitati e annientati quasi duemila anni fa. Eppure, ancora oggi – fra i detrattori più intransigenti di Papa Francesco – si cede alla tentazione di insultare lo gnosticismo, luminosa corrente sapienziale di origine persiana. Ironia tragicomica: viene definita “gnostica” l’élite mondialista, che invece è il suo esatto contrario. Quell’élite è infatti demiurgica: plasma il mondo a sua immagine, come il cattivo Demiurgo della mitologia cosmogonica orientale. Per il vero gnostico, invece, il mondo resta incorreggibile, impossibile da salvare (e quindi, per conseguire l’elevazione spirituale della Conoscenza, è indispensabile tenersi alla larga da qualsiasi potere).

Se poi si aggiunge che a pronunciare l’anatema anti-gnostico sono gli epigoni del più tetro fondamentalismo cattolico, allora il cerchio si chiude: furono proprio le autorità vaticane a dare la caccia ai dotti gnostici romani e alessandrini, bruciando pubblicamente i loro libri (ne conosciamo il contenuto solo grazie alle confutazioni poi comparse in vari libelli cattolici). Era notoriamente gnostico lo stesso Agostino d’Ippona, eminente intellettuale della sua epoca, un bel giorno convinto a rinnegare il suo credo fino a diventare vescovo cristiano, per poi infine essere celebrato come Sant’Agostino: uno dei massimi Padri della Chiesa.

Aveva sentimenti gnosticheggianti lo stesso Bergoglio? È quanto affermano alcuni suoi contestatori, che – nella loro iconoclastia sommaria – arrivano a definire addirittura “ebraica” l’origine della cultura gnostica, mettendola in relazione con tutto il male che oggi concepiscono: l’oligarchia planetaria, la massoneria tout court (ovviamente) e, dulcis in fundo, il satanismo. Una visione ridicola e grottesca, che sembra tratta direttamente dalla più oscura demonologia medievale di stampo cattolico. Ebbene: questi soggetti si spingono a scrivere che “il signor Bergoglio” non sarebbe stato un vero Papa, nonostante parlasse a nome della Chiesa, fosse riconosciuto in tutto il mondo come capo della cristianità romana e ogni domenica venisse acclamato nell’Urbe da migliaia di fedeli.

Proprio il fiume umano dei cristiani che stanno letteralmente assediando piazza San Pietro per omaggiare il pontefice argentino è lì a smentire i maldicenti, oltremodo spiazzati dall’annunciata presenza, ai funerali, del massone Donald Trump. Ma come? Il presidente americano non doveva essere un fiero avversario del Bergoglio allineato a Davos, cioè alla narrazione climatica e alla santificazione dei migranti, passando per le sciagurate imposizioni sanitarie spacciate per “atti d’amore”? Alcuni dicono: il pragmatismo di Trump nasce dal bisogno di compiacere i cattolici statunitensi, che sono più trumpiani degli altri. E soprattutto, il capo della Casa Bianca (che vuole la pace con Putin) non dimentica che Bergoglio è stato l’unico a ricordare che fu la Nato a contribuire in modo provocatorio al conflitto ucraino, “abbaiando sull’uscio della Russia”.

Come sappiamo, la realtà è sempre più complessa di come viene raccontata. Donald Trump, che ufficialmente si propone come incrollabile alleato del macellaio Netanyahu, condannato dal Tpi per crimini di guerra, sarà davvero presente alle esequie di Bergoglio, il Papa che ogni sera – fino a quando la salute glielo ha concesso – video-chiamava i palestinesi di Gaza di fede cattolica, per non lasciarli soli. L’aver definito genocida il massacro nella Striscia gli è valso l’ostilità dei sionisti: nei giorni scorsi i giornali hanno scritto che Israele avrebbe addirittura “ritirato le condoglianze” inizialmente presentate al Vaticano, mentre i portavoce della comunità ebraica italiana – a quanto pare – non parteciperanno all’estremo omaggio tributato al Papa.

Nonostante queste notizie, tutte piuttosto eloquenti, alcuni ciarlieri anti-bergogliani (forse anche irritati dalla commozione oceanica per la morte del pontefice) si abbandonano a dietrologie paradossali, del tutto simili a quelle che hanno caratterizzato la surreale narrazione complottistica di Q-Anon, secondo la quale Trump – sorretto solo da una formidabile e misteriosa casta militare – si batterebbe contro “il Deep State”: come se lo Stato Profondo fosse un’unica entità monolitica, in un fanta-mondo nel quale i militari, da semplici esecutori, si trasformano addirittura in sapientissimi e autonomi decisori.

E così, superata la soglia della serietà, dalla Casa Bianca al Vaticano il passo è breve. Per infangare Bergoglio si può arrivare a raccontare che gli incontri interreligiosi promossi in Kazakhstan si tennero nella piramide di Astana “per alludere a Satana (anagramma)”, ignorando che quel termine – Astane – indica invece il purissimo stato di grazia del mistico. Sempre grazie all’ingenuità del proprio pubblico, alcuni disinformatori possono quindi azzardarsi a demonizzare l’intera fenomenologia storica della Gnosi, giungendo persino a criminalizzare l’eresia catara medievale. Notevole infamia, questa: i catari, inermi e decisi a non rispondere alle aggressioni ricevute, vennero sterminati nel corso dell’unica grande crociata indetta sul territorio europeo dal feroce Lotario Conti, alias Innocenzo III.

Nel Cristo Gnostico emerso solo nel ‘900 (dalle sabbie egizie di Nag Hammadi, in simultanea con i Rotoli del Mar Morto scoperti in Galilea) riaffiora l’antica suggestione dualistica di Zoroastro, profeta iranico stanziato in Afghanistan: nessun Messia può salvare questo mondo malvagio agendo nella storia; può solo mettere al riparo le anime, riconnettendole al Padre Celeste (al quale si ricongiungeranno). Le comunità esseniche, a cui si devono i Vangeli gnostici, sembra che si attenessero ai dettami persiani attribuiti a Zoroastro: il profeta asiatico avrebbe abolito il sacrificio degli animali, promosso il vegetarianesimo e incoraggiato il sacerdozio femminile al pari di quello maschile. Un filo diretto unisce quindi il mazdeismo (la religione zoroastriana), il culto gnostico della Maddalena e gli stessi catari, che ai Perfetti affiancavano le Perfette.

Inoltre in due Vangeli canonici, Matteo e Luca, l’ascendenza mazdea sembra affacciarsi nella Natività di Betlemme con la visita dei Magi, astronomi e astrologi caldei, non a caso introdotti da una stella: messaggio in codice, forse per alludere alla matrice orientale del cristianesimo delle origini. Da quale pulpito tuona chi oggi straparla di gnosticismo? La nuova religione monoteista romana, sdoganata da Costantino, fu imposta con la forza da Teodosio alla fine del IV secolo. Il dogmatismo cattolico pesò come un macigno sullo sviluppo evolutivo dei popoli europei, frenando la scienza per oscurare la conoscenza.

Uno studioso come Riccardo Magnani dimostra come il Vaticano abbia manipolato anche la fiction della “scoperta dell’America”, per dominare l’estremo Occidente schiacciando i suoi abitanti dopo aver disinnescato la minaccia libertaria del Rinascimento. A causa del tenebroso potere vaticano, quello dei roghi e dell’Inquisizione, i grandi artisti rinascimentali (da Botticelli a Leonardo) dovettero ricorrere a codici cifrati per esprimere le conoscenze fondamentali sull’universo, note agli antichi e poi depennate dall’intollerante teocrazia che si era insediata nella Città Eterna ereditando il potere dell’Impero Romano.

Solo nell’ultimo secolo le autorità pontificie si sono gradualmente affrancate dalla triste eredità dell’oscurantismo clericale. Se il grande rivoluzionario fu il conciliare e pacifista Giovanni XXIII, unico Papa massone della storia, il cui mandato venne completato da Paolo VI, quella medesima attitudine (altrettanto pacifista) è stata reinterpretata da Bergoglio, riformatore incompiuto. I suoi severi detrattori non trovano di meglio – nel 2025 – che spandere ignominia sugli gnostici, disonorando la memoria dei mistici martirizzati dai primi vescovi romani? Esprimono disprezzo anche per i nonviolenti catari, trucidati dai crociati e dagli inquisitori? Significa che la nostalgia sepolcrale del Papa-Re, l’araldo del terrore, non ha ancora finito di incombere sulla contemporaneità, nonostante il genuino dolore dei tantissimi fedeli che oggi rimpiangono l’affabile informalità del loro amato Francesco.

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